Paradosso PNRR: 30 miliardi di fondi ai Comuni ma non c’è personale

I 30 miliardi potrebbero arrivare a 50, ma, come svariate cose “all’italiana”, anche la gestione dei fondi previsti per il PNRR rischia di precipitare in un inescusabile nulla di fatto.

Il problema riguarda la scarsità del personale preparato e difatti sono molti i concorsi delle pubbliche amministrazioni bloccati da decenni, con la conseguenza che manca l’organico e mancano in particolare delle peculiari figure tecniche: ciò è quanto stanno lamentando in questo periodo sigle come l’Anci o Fpa.

Gli enti territoriali saranno presto chiamati a gestire i fondi derivanti da “Next Generation Eu”, tutti sappiamo che la quantità di fondi è elevata e che bisogna fare presto e bene, ma ci troviamo già dentro le sabbie mobili, prima ancora di iniziare. Servono almeno mille esperti nello snellimento dei procedimenti amministrativi burocratici; servono figure che attuino un programma di riqualificazione del Mezzogiorno, tuttora considerata “area depressa”; ancora, servono risorse umane che mastichino la materia finanziaria, per coadiuvare i comuni in pre-dissesto.

Sul sito ufficiale del governo si legge che il Dipartimento della Funzione pubblica è al lavoro da più di un mese nell’acquisire il miglior metodo volto all’assunzione del personale con contratti di collaborazione o a tempo determinato, per il potenziamento dei Comuni con meno di 5000 abitanti. Vero è che molti, soprattutto i giovani, non vedono più di buon occhio il lavoro a tempo determinato. Ma questo è un ulteriore problema.

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