Nuova PAC: al via la Politica Agricola Comune europea 2023-27

Entra ufficialmente in azione la Politica Agricola Comune 2023-2027. Con il nuovo aggiornamento alle linee guida europee, viene introdotto un nuovo modello di attuazione che prevede l’elaborazione da parte dello Stato membro di un Piano Strategico Nazionale.

Ma in cosa consiste il nuovo piano comunitario?

Come funziona la nuova PAC

Nel PSN dovranno essere previsti gli interventi riguardanti entrambi i pilastri finanziati dai programmi FEAGA e dal FEASR. Gli interventi così programmati dovranno concorrere al raggiungimento di 9 obiettivi specifici e un obiettivo trasversale della nuova PAC.

In un quadro normativo non ancora definito e consolidato, il Mipaaf, in collaborazione con le Regioni e Province autonome e con il supporto della Rete Rurale Nazionale ha avviato le attività di approfondimento e di confronto. È quindi ormai attivo il processo per costruire la pianificazione delle strategie di intervento sul territorio nazionale.

Obiettivo comune è quello di stabilire un percorso condiviso con i rappresentanti del mondo produttivo, istituzionale e della società civile, al fine di contribuire insieme alla predisposizione del nuovo PSN.

Parallelamente, i lavori verso la nuova PAC stanno procedendo attraverso analisi settoriali e approfondimenti tematici, che sono raccolti e sistematizzati periodicamente nella sezione dedicata.

La nuova PAC delinea inoltre nuovi obblighi e incentivi per gli agricoltori:

  • conservazione dei suoli ricchi di carbonio attraverso la protezione di paludi e torbiere;
  • inclusione di regimi ecologici nei piani volti a sostenere e incentivare gli agricoltori a impiegare pratiche agricole benefiche per il clima e l’ambiente, spingendosi oltre i requisiti obbligatori; gli Stati membri dovranno destinare il 25% dei loro pagamenti diretti a questi interventi.

I vantaggi per gli agricoltori

Per garantire stabilità e prevedibilità, il sostegno al reddito resta un elemento centrale della PAC, con alcune modifiche:

  • entro il 2027 i paesi dell’UE dovranno fare in modo che il valore di tutti i diritti all’aiuto si elevi almeno all’85% dell’importo medio nazionale nell’UE;
  • tutti i Paesi dovranno adeguarsi ai livelli medi di sostegno al reddito (per ettaro) dell’UE. Dovranno ridurre il divario del 50% entro il 2027;
  • gli Stati membri saranno autorizzati a ridurre di una percentuale che può arrivare all’85% i pagamenti diretti per agricoltore, e a introdurre un tetto di 100 mila euro all’anno;
  • gli Stati membri dovranno redistribuire almeno il 10% delle loro dotazioni di pagamenti diretti, dalle aziende più grandi, a quelle di piccole e medie dimensioni.

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Autore

  • Progettista industriale e Consulente Fundraising per startup, studioso della filiera agroalimentare e specializzato nelle Tecnologie 4.0. Fermamente convinto delle potenzialità del Mezzogiorno e promotore di una crescita sostenibile

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