PNRR: nasce la speciale Quinta Magistratura

Nasce la speciale quinta magistratura. (Alcune necessarie modifiche da inserire)

Il Governo ha, finalmente, presentato al Senato il disegno di legge n. 2636 dell’01 giugno 2022 di riforma strutturale della speciale giustizia tributaria e di riforma parziale del processo tributario, dopo aver istituito due Commissioni Interministeriali di studio.

Nel PNRR il Governo si è proposto, infatti, l’obiettivo di intervenire sulla giustizia tributaria per ridurre il numero di ricorsi alla Corte di Cassazione e consentire una loro trattazione più spedita.

Il Piano muove, infatti, dalla considerazione di quanto il contenzioso tributario sia una componente importante dell’arretrato della Cassazione (50.000 ricorsi pendenti nel 2020) e di quanto, spesso, le decisioni della Cassazione portino all’annullamento delle sentenze delle Commissioni tributarie regionali (nel 47% dei casi nel 2020).

L’obiettivo è perseguito, tra l’altro:

  • assicurando un migliore accesso alle fonti giurisprudenziali mediante il perfezionamento delle piattaforme tecnologiche e la loro piena accessibilità da parte del pubblico;
  • introducendo il rinvio pregiudiziale per risolvere dubbi interpretativi, per prevenire la formazione di decisioni difformi dagli orientamenti consolidati della Corte di Cassazione;
  • rafforzando le dotazioni di personale ed intervenendo, mediante adeguati incentivi economici, sul personale ausiliario.

Nel perseguimento della razionalizzazione della speciale giustizia tributaria, fine ultimo del succitato disegno di legge, gli obiettivi principali che l’intervento normativo si propone di realizzare sono, in primo luogo, la professionalizzazione del giudice di merito, con la previsione della figura del magistrato tributario professionale, a tutela dei diritti dei contribuenti.

In tal modo, il Governo vuole agire su una delle maggiori criticità dell’attuale sistema giudiziario, individuata nella scarsa qualità delle sentenze di merito che incide, ovviamente, sui numeri dei contenziosi che arrivano in Cassazione.

In Senato, le Commissioni Riunite Seconda e Sesta hanno iniziato le audizioni e si prevede che entro metà agosto la legge sarà definitivamente approvata, soprattutto per rispettare le tassative scadenze imposte dal PNRR.

  1. Il disegno di legge governativo prevede la riforma strutturale della speciale giustizia tributaria con la nascita della QUINTA MAGISTRATURA (oltre quella ordinaria, amministrativa, contabile e militare), sollecitata da anni da tutti i contribuenti e dai professionisti.

Nasce finalmente un nuovo ed autonomo ordine giudiziario con magistrati tributari (n. 576) vincitori di un severo e selettivo concorso pubblico scritto (3 materie) ed orale (13 materie più il colloquio in una lingua straniera), assunti senza tirocinio per accelerare i tempi della riforma.

Con il nuovo ordine giudiziario il legislatore, anche in futuro, potrà con proprie leggi strutturali prevedere l’assunzione di competenti magistrati, la qualificazione dei difensori e le condizioni di partecipazione ai concorsi (come previsto dalla Corte Costituzionale con l’ordinanza n. 144/1998).

Non bisogna dimenticare che le attuali Commissioni tributarie esistono dal 1864 con giudici tutti onorari, a tempo parziale, nominati solo per titoli e tra questi ci sono anche pubblici ministeri, giudici militari, ex ufficiali e generali della Guardia di Finanza, pensionati pubblici (per esempio di INPS ed INAIL), professori di filosofia con la laurea in giurisprudenza, cancellieri, rappresentati di commercio, ingegneri, architetti ed agrotecnici !!!!

L’attuale onorarietà è un difetto soprattutto in una difficile e complessa materia come quella tributaria, che richiede preparazione, competenza e costante aggiornamento, senza distrazioni per altre attività (pensiamo, per esempio, alle continue modifiche legislative in tema di superbonus 110% e bonus edilizi).

Gli attuali 2.608 giudici tributari percepiscono dal MEF 300 euro nette al mese, 15 euro nette a sentenza depositata, 1,50 euro forfettario per rimborso spese e zero euro per le sospensive !!!!.

Ecco perché le sentenze si fanno a cottino e circa 2/3 delle sospensive non sono assolutamente decise, creando gravi ed irreparabili danni economici alle aziende ed ai professionisti.

Pertanto, è da accogliere con favore ed entusiasmo la nascita della speciale QUINTA MAGISTRATURA, con la creazione di un ordine giudiziario autonomo con magistrati tributari professionali, a tempo pieno e competenti da subito, non come oggi che acquisiscono competenze dopo molti anni (e non sempre) !!!!.

I nuovi magistrati tributari, sempre dipendenti dal MEF, avranno lo stesso trattamento economico e previdenziale degli attuali magistrati ordinari ed andranno in pensione a 70 anni, come nelle altre magistrature.

È prevista una necessaria fase transitoria con lo svolgimento dei concorsi entro otto anni (68 posti dal 2024 al 2030) ed il doppio binario (togati e laici) con l’attuale ruolo amministrativo del 2011 dei giudici tributari laici sino al 2053 (oltre 30 anni !!!!).

In merito alla nuova organizzazione strutturale della speciale giustizia tributaria, secondo me, sono necessarie ed urgenti le seguenti modifiche legislative in sede di dibattito parlamentare, per attuare con più coraggio i principi costituzionali.

  1. La nuova giustizia tributaria non deve più dipendere dal MEF ma dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per rispettare, anche all’apparenza, i criteri di terzietà ed effettiva autonomia previsti dall’art. 111, secondo comma, della Costituzione.

Oltretutto, quasi tutti i disegni di legge oggi in Parlamento prevedono questa giusta e corretta soluzione (compresi i disegni di legge nn. 243 e 1243 del 19 aprile 2019 ai quali ho collaborato).

Infine, non bisogna dimenticare che già oggi la Presidenza del Consiglio dei Ministri esercita l’alta sorveglianza sulle Commissioni tributarie e sui giudici tributari (artt. 16 e 29 del D.Lgs. n. 545/1992).

  1. Le Commissioni tributarie devono essere rinominate in “TRIBUNALI TRIBUTARI e CORTI DI APPELLO TRIBUTARIE” per rafforzare la loro natura giurisdizionale e cancellare l’alone di natura amministrativa (non bisogna, infatti, dimenticare i conflitti istituzionali sul tema tra la Corte Costituzionale e la Corte di Cassazione negli anni 60 e 70).
  1. Si deve subito creare con legge una “SEZIONE AUTONOMA SPECIALIZZATA DELLA CORTE DI CASSAZIONE” (come l’attuale Sezione del Lavoro) con l’obbligo tabellare dei magistrati di rimanere almeno sei anni nel ruolo, non come oggi dove il turnover è eccessivo (due anni).

La nuova Sezione Specializzata consentirà ai nuovi magistrati tributari di arrivare sino in Cassazione, togliendo l’assurdo divieto oggi previsto nel disegno di legge n. 2636 citato (c.d. tetto di cristallo).

Inoltre, la lunga permanenza dei magistrati nel ruolo permetterà una qualificata competenza specifica per la funzione di nomofilachia della Corte di cassazione, anche in vista dei nuovi istituti predittivi previsti (ricorso pregiudiziale e ricorso nell’interesse della legge).

In questo modo, si restituisce alla Corte di Cassazione la funzione ordinamentale centrale che le spetta ex artt. 111 della Costituzione e 65 della Legge di ordinamento giudiziario, soprattutto nel delicato e strategico settore delle liti fiscali.

  1. Bisogna prevedere una necessaria ed urgente definizione agevolata di tutte le liti fiscali pendenti per azzerare l’attuale contenzioso, soprattutto quello pendente in Cassazione (47.000 fascicoli nel 2021).

La nota illustrativa del disegno di legge governativo, infatti, chiaramente prevede:

In altri, ancor più chiari, termini risulta evidente che i prospettati interventi normativi debbano essere accompagnati/integrati con incisive disposizioni legislative per la definizione agevolata delle controversie pendenti avanti la sezione specializzata, pur limitandole allo stretto necessario per raggiungere una “soglia critica” di deflazione immediata che consenta, de residuo, l’impostazione di un programma triennale di smaltimento dell’arretrato e di stabilizzazione operativa con ragionevoli probabilità di successo”.

  1. Infine, è opportuno aumentare a 1.000 il numero dei magistrati tributari, ridurre sensibilmente la tempistica transitoria, fissando in cinque anni lo svolgimento dei concorsi, con i necessari pre-requisiti, e fissare a 10 anni l’esaurimento dell’attuale ruolo amministrativo del 2011 dei giudici tributari laici.
  1. Il disegno di legge governativo prevede anche alcune apprezzabili modifiche processuali quali:
  • la testimonianza scritta, a determinate condizioni;
  • il giudice monocratico per le cause sino ad euro 3.000 con appelli condizionati (come nell’art. 339, comma 3, c.p.c.);
  • la possibilità del giudice tributario di formulare ipotesi conciliative nelle cause di mediazione tributaria (art. 17-bis D.Lgs. n. 546/1992);
  • due istituti predittivi per anticipare il ruolo nomofilattico della Corte di Cassazione.

Anche in questo caso, secondo me, sarebbero auspicabili in sede parlamentare le seguenti opportune modifiche.

  1. Consentire la testimonianza orale, senza condizionamenti, anche perché si svolgerà davanti a magistrati professionali (art. 24 della Costituzione). Oltretutto, non bisogna dimenticare che la testimonianza nel processo tributario era prevista sino al 1981.
  1. Bisogna modificare subito l’art. 17-bis D.Lgs. n. 546/1992 e consentire la mediazione tributaria soltanto davanti ai giudici tributari e non più davanti agli uffici dell’Agenzia delle Entrate.
  1. Prevedere l’impugnazione nel merito del rigetto (espresso o tacito) dell’autotutela per rispettare il principio della effettiva capacità contributiva del contribuente (art. 53 della Costituzione).
  1. Stabilire per legge che l’onere della prova è sempre dell’ufficio fiscale.
  1. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha correttamente e giustamente affermato che:

Il rapporto tra fisco, cittadini e soggetti economici richiede al giudice tributario competenze e professionalità sempre più accentuate” (si veda Il Sole 24 Ore del 20 febbraio 2016).

Oltretutto anche lo stesso MEF ha criticato la scarsa professionalità degli attuali giudici tributari, le cui sentenze vengono nel 47% dei casi annullate in Cassazione, come più volte denunciato dal Primo Presidente della Corte di Cassazione.

Ciò mette a rischio lo sviluppo economico del Paese e scoraggia gli investitori esteri.

Ecco perché è da accogliere con favore la nascita della speciale QUINTA MAGISTRATURA con l’auspicio, però, che, con maggior coraggio, in sede parlamentare siano apportate le succitate, necessarie modifiche legislative.

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