Pubblicazione della Ricerca Scientifica
La valorizzazione del patrimonio culturale, materiale e immateriale, rappresenta oggi una delle sfide centrali per lo sviluppo sostenibile dei territori. La recente pubblicazione del documento scientifico a firma di Fabio Pollice, Rettore dell’Università del Salento e Direttore del Comitato Scientifico di Next Eu, e Marco Sponziello, Docente di Geografia Economica presso la stessa Università e neo premiato all’EUROMED International 2025 per il settore “Responsabilità Sociale d’Impresa”, intitolato Il ruolo strategico delle Società Benefit nella valorizzazione del Patrimonio Culturale, approfondisce il legame tra impresa sostenibile e cultura, offrendo un modello d’intervento basato su sostenibilità, partenariati pubblico-privato e restituzione di valore alla comunità.
Come previsto dalla Convenzione di Faro, le comunità devono diventare protagoniste attive nella tutela del proprio patrimonio, assumendo il ruolo di comunità patrimoniali. In questa prospettiva, la cultura non è soltanto eredità del passato, ma leva di crescita sostenibile e strumento di coesione sociale. L’integrazione dei principi ESG (Environmental, Social, Governance) nelle strategie d’impresa e nelle politiche territoriali rappresenta una condizione imprescindibile per creare valore condiviso in linea con l’Agenda 2030.
Le Società Benefit, ESG e partenariato pubblico-privato nella cultura
Le Società Benefit, introdotte in Italia nel 2016, incarnano un nuovo paradigma d’impresa capace di coniugare profitto e impatto positivo sulla società e sull’ambiente. Nate sul modello delle B-Corporation statunitensi, operano nel cosiddetto “quarto settore”, dove finalità economiche e civiche si fondono in un approccio etico e sostenibile.
Nel campo della cultura, queste imprese rappresentano una risorsa preziosa per la gestione e la valorizzazione del patrimonio, soprattutto in un contesto in cui le risorse pubbliche risultano spesso insufficienti. Il Codice dei Beni Culturali e il nuovo Codice degli Appalti riconoscono il ruolo dei partenariati pubblico-privato, aprendo la strada alla partecipazione delle Società Benefit in progetti di rigenerazione e tutela dei beni culturali.
In Italia non mancano esempi virtuosi: Ferrarelle S.p.A. SB sostiene iniziative culturali e turistiche; Patrimonio Cultura SB promuove strumenti finanziari per enti culturali; Home4All SB si impegna nella rigenerazione urbana a fini sociali. Al Sud, esperienze come Sud Sud Vacanze SB o Carborea SB testimoniano come l’impresa possa contribuire attivamente al recupero paesaggistico e alla valorizzazione del territorio, in linea con i Goal dell’Agenda 2030.
Dal greenwashing al modello condiviso di sviluppo culturale
L’impegno del settore privato nella cultura, se non accompagnato da una rendicontazione trasparente e da metriche condivise, rischia di scivolare nel cosiddetto “heritage-washing”. Come sottolineano Pollice e Sponziello, è necessario distinguere tra interventi autentici e operazioni di immagine. La responsabilità delle imprese, infatti, non si misura solo attraverso le risorse investite, ma soprattutto tramite l’impatto reale sulle comunità e sul patrimonio culturale.
Per costruire un modello realmente sostenibile occorre promuovere la partecipazione congiunta di enti pubblici, aziende e cittadini. I principi ESG devono guidare la governance territoriale, orientando le scelte verso equità intergenerazionale e inclusione sociale. La cultura, in questo senso, si configura come un bene comune da gestire in modo condiviso e rigenerativo.
Le aziende Benefit-ESG come risorsa strategica per la crescita
Le Società Benefit e le imprese ESG-compliant rappresentano oggi una risorsa strategica per il rilancio culturale ed economico del Paese. Attraverso la loro capacità di coniugare innovazione, responsabilità e sostenibilità, queste imprese offrono strumenti concreti per valorizzare il patrimonio culturale e rafforzare l’identità dei territori.
Il documento di Fabio Pollice e Marco Sponziello si pone come riferimento per enti pubblici, operatori culturali e imprese interessate a costruire modelli di sviluppo fondati su collaborazione, impatto positivo e responsabilità sociale d’impresa. Una direzione che unisce crescita economica, coesione sociale e tutela del patrimonio come elementi di una stessa visione: quella della cultura come motore di sviluppo sostenibile.
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